I campioni che hanno fatto grande la Fiorentina by Stefano Prizio & Leonardo Signoria

I campioni che hanno fatto grande la Fiorentina by Stefano Prizio & Leonardo Signoria

autore:Stefano Prizio & Leonardo Signoria [Prizio, Stefano & Signoria, Leonardo]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Newton Compton Editori
pubblicato: 2018-10-03T22:00:00+00:00


MANCIN, ERALDO

È un’incredibile serie di coincidenze quella che lega Firenze e Venezia più o meno nell’arco della stagione 1966-67. Tutto inizia il 9 ottobre del 1966, quando la Fiorentina va a far visita al Venezia. Il vetusto impianto di Sant’Elena stenta ad accogliere le migliaia di tifosi viola accorsi al seguito della squadra di Chiappella. Il campo, invece, sembra fin troppo piccolo per gli indiavolati Ye-Ye: finisce 6-2 per gli ospiti, un gol lo segna il veneziano Brugnera, un altro Ferruccio Mazzola, secondogenito del mito Valentino che, proprio in laguna, aveva iniziato a deliziare le platee di tutta Italia. Si può dire che il mister gigliato non ha il minimo riguardo per l’ex compagno Segato, l’attuale trainer dei neroverdi con cui aveva condiviso la gioia dello scudetto appena dieci anni prima. Da lì in poi, inizia un autunno, nel centro-nord, piovoso come non si vedeva da tempo; cosa accada a Firenze, il 4 novembre, lo sanno tutti, mentre in tanti scordano che anche a Venezia una disastrosa alluvione porta distruzione e ingenti danni al patrimonio artistico. Alla storia, comunque, passeranno gli Angeli del fango fiorentini e pure gli stessi calciatori viola, che aiutano i loro coetanei meno famosi nell’opera di pulizia della città. La Fiorentina, al netto di questo evento, disputa un buon campionato e, anzi, si lega ancor più visceralmente al proprio popolo. Il Venezia, al contrario, non riesce a uscire dalla zona retrocessione nemmeno per una domenica; la mazzata alle residue speranze di salvezza gliela dà proprio la Viola, che nel match di ritorno vince per 2-0. Ancora segna il “figlio degenere” Brugnera, mentre l’altro punto viene da un autogol di Mancin, terzino sinistro dei lagunari. Eraldo Mancin, tuttavia, è uno dei pochi a meritarsi una conferma in massima serie, per l’anno venturo. Ventidue anni, di media statura, è originario del Polesine ma fin da ragazzino vive a Venezia. Si è trasferito là per seguire il sogno di diventare un calciatore professionista e per mutare un destino che, senza particolari colpi di fortuna, lo vedrebbe quasi sicuramente lavorare nei campi. Siccome è bravo, va invece in campo (di calcio) e a metà anni Sessanta viene convocato nella selezione azzurra giovanile, pur se per poco tempo. Nella stagione 1966-67 disputa il suo primo campionato in serie A e, torniamo all’inizio, riesce a giocare dignitosamente in una compagine presto rassegnata alla caduta tra i cadetti. Uno così può diventare un ottimo elemento e la solita Fiorentina, la più rinomata società nel lancio dei giovani rampanti, se lo assicura al mercato estivo. Il buon Eraldo è al settimo cielo: per la prima volta pensa di avercela fatta, anche se è solo all’inizio. Vuoi però mettere la soddisfazione di ritrovarsi accanto a campioni già affermati quale il “mondiale” Amarildo? Il Garoto aveva battezzato l’esordio in A di Mancin e non erano certo volati… complimenti reciproci: «Mi fu assegnato il compito di marcare il brasiliano. Era imprevedibile, difficile da marcare e, di conseguenza, più che volentieri facevo fallo. Tant’è vero che lui si era anche stancato e mi ha fatto delle cose che non è il caso di dire…».



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